Lo scopo dell’Associazione è quello di favorire lo sviluppo di una rete di competenze e conoscenze tra giovani ingegneri nel territorio cuneese. Il confronto di esperienze diverse, la possibilità di attingere in maniera proficua a competenze anche molto diverse è di sicura utilità in qualunque ambito professionale. Nell’era digitale la qualità delle informazioni (applicabilità, affidabilità, impatto) gioca un ruolo centrale: un confronto costruttivo tra professionisti è utile ad incrementare la qualità delle conoscenze.

E’ QUESTIONE DI COSTITUZIONE…

Il Referendum costituzionale appena passato ha dato una netta prevalenza al mantenimento dello stato di fatto, nell’ipotesi di un’altra indefinita e futura riforma giudicata migliore, facendo perdere anche chi sostiene “Piuttosto che niente è meglio piuttosto”. La Costituzione è salva, così come lo status quo. Senza entrare nel merito delle ragioni dell’una o dell’altra parte, nasce una domanda: sarà proprio così, oppure c’è altro?

Domenica tra gli under 35 sembra essersi registrato il maggior numero di No: secondo i dati dell’Istituto Piepoli per la Rai il 68% ha votato contro la riforma Renzi-Boschi, mentre la percentuale è più alta nei numeri di Quorum per Sky Tg24 ed è pari all’81%. Paradossalmente il Leader che si è presentato sulla scena politica con l’intento di rottamare la classe dirigente di lungo corso del suo partito non ha convinto i più giovani, ma ha fatto breccia tra gli elettori con almeno 55 anni di età. Il Sì, infatti, in questo caso ha prevalso (dal 51% di Piepoli al 53% di Quorum). “Tra gli under 35 si è registrata maggiore astensione, intorno al 38%, più del dato complessivo del 32%”, sottolinea Roberto Weber, presidente dell’istituto Ixè: questo dato ci ricorda quanto successo con la Brexit in Gran Bretagna e le considerazioni già fatte sull’estraneità dei giovani al momento decisionale. In questo caso, si potrebbe anche ipotizzare una non conoscenza dei “peccati” della vecchia guardia di politici, da parte dei giovani, che non ha dato modo di far breccia in loro all’intenzione sostitutiva di Renzi: i giovani, paradossalmente, hanno invece letto in Renzi esattamente come ciò che lui voleva eliminare.

Poi c’è l’uso di internet, dei facili rimpalli di bufale, di sfottò, di notizie vecchie ributtate in mezzo che possono aver influenzato maggiormente i giovani più esposti ai social network e meno i più anziani. Ma c’è anche l’aggrapparsi dei giovani all’unica cosa apparentemente solida ed immutata di questi tempi: la Costituzione. Alla base della scelta dei più giovani ci sono fattori diversi: “C’entra il merito della riforma, l’idea che potesse minacciare l’equilibrio costituzionale. Ma non solo. È un voto contro il governo in carica, perché il dato della sofferenza percepita, e di insofferenza, è marcato”, continua Weber.

Ma qual è la “costituzione” della fascia giovanile?
Mettendo insieme i dati per titolo di studio, di tipologia di lavoro e di età, si ha che il votante per il No risulta essere istruito, lavoratore autonomo e giovane: l’esatta descrizione dell’attuale fascia di persone con maggiore difficoltà, cioè i professionisti.
Nel futuro servirà guardare nelle professioni, dove risiedono i lavoratori autonomi maggiormente istruiti e sempre più giovani, senza licenziare superficialmente le questioni come richieste di casta, di privilegiati e/o fortunati.
E’ innegabile che per anni si è spinto ad innalzare il livello culturale e formativo dei giovani e contestualmente si è deregolato il mercato professionale lasciandolo senza regole e con tutte le distorsioni ed ineguaglianze che quotidianamente affrontiamo: è impensabile, ora, lasciare i giovani con “il pezzo di carta in mano”, senza aver preparato le premesse per un utilizzo lavorativo gratificante e consono alle aspettative e credere che non succeda nulla.
A forza di tenere questo atteggiamento di diffidenza verso tutti i professionisti senza leggerne le differenze interne, senza leggerne la reale “costituzione”, questa realtà di privilegio è svanita pur lasciando permanere alcune baronie: resta solamente il preconcetto che a volte fa cadere governi e non confermare riforme faticosamente preparate e mediate, per via della rabbia che si annida nel non veder concretizzare le proprie personali aspirazioni, probabilmente anche del tutto lecite dopo anni di sacrifici personali e della propria famiglia.

Il Presidente A.G.I.C.
Dott. Arch. Ing. Danilo PICCA