Lo scopo dell’Associazione è quello di favorire lo sviluppo di una rete di competenze e conoscenze tra giovani ingegneri nel territorio cuneese. Il confronto di esperienze diverse, la possibilità di attingere in maniera proficua a competenze anche molto diverse è di sicura utilità in qualunque ambito professionale. Nell’era digitale la qualità delle informazioni (applicabilità, affidabilità, impatto) gioca un ruolo centrale: un confronto costruttivo tra professionisti è utile ad incrementare la qualità delle conoscenze.
Gentile collega,
seguendo le vicende delle Elezioni Presidenziali negli Stati Uniti, qualche settimana fa ci si è potuti imbattere nel dibattito nei riguardi delle dichiarazioni di Chiara Appendino,Sindaco di Torino, sulle elezioni americane stesse. Il Sindaco del nostro capoluogo regionale ha dichiarato che la vittoria di Hilary Cliton “potrebbe essere un monito ed un esempio per tante donne” che vedrebbero nella sua leadership una fonte di fiducia e di maggiore partecipazione.
Sicuramente una frase di grande impatto, ma quello che colpisce di più del discorso del Sindaco di Torino sono le parole successive:
Il modello ideale è però “senza quote rosa”, in uno scenario di completa emancipazione e di pari opportunità tra i generi: spero un giorno di poter parlare soltanto di leadership e non di leadership femminile. La leadership si sta smarcando dal politically correct, servono le competenze. Le quote rosa sono uno strumento necessario ma non sono il fine”.
Il ragionamento può essere orientato anche al mondo dell’ingegneria. Volendo rimanere nella realtà dei nostri limiti territoriali, la Provincia di Cuneo presenta tra gli iscritti all’Ordine degli Ingegneri un numero di donne pari a circa il 12%, di cui l’8% sotto i 40 anni e il 4% sopra i 40 anni: questo significa una forte crescita di interessamento della componente femminile ad un campo professionale, per tradizione tipicamente maschile, che avrà i suoi effetti in un futuro più o meno immediato sulla struttura stessa della professione e sul modo di intenderla.
Si può dire con sicurezza che le donne ingegnere sono già presenti nella professione e lo saranno ancor di più in futuro: in questo momento su 15 ingegneri, indicativamente 2 sono donne; ogni 3 donne ben 2 sono giovani.
Da sempre vi è il problema sulle poche possibilità e sulla poca visibilità delle donne nell’ingegneria, ma questo è anche dovuto all’effettiva bassa presenza del genere femminile che ha caratterizzato la nostra professione fino a pochi anni fa: negli ultimi anni il numero di donne si è innalzato per l’inserimento di molte più giovani donne ingegnere ed ha reso maggiormente visibile ciò che era sommerso.
Seguendo il discorso del Sindaco Chiara Appendino si spera che in futuro non venga più dato peso alle quote rosa, intese come donne che rivestono ruoli tipicamente maschili, ma che venga dato peso semplicemente a chi ha le capacità e le competenze per rivestire quel ruolo (nel nostro caso di esercitare con competenza la nostra professione) indipendentemente dal fatto che sia uomo o donna, oppure giovane o anziano.
Oltre al riconoscimento delle capacità e competenze, spesso dettato da stereotipi, il maggior problema della nostra professione sono i carichi ed i ritmi di lavoro poco compatibili con la vita di famiglia che si esprime, al culmine, nella maternità: questo risulta essere un problema comune anche agli uomini che si vedono negare spesso la possibilità di una corretta paternità.
Tali problemi sono quindi giovanili, in quanto l’età normale per la genitorialità è normalmente sotto i 40 anni, così come il riconoscimento delle capacità e competenze che vengono spesso associate semplicisticamente solo ad un uomo di mezza età.
Approfondendo questo ragionamento, si scopre dunque il vero problema di sostenibilità della professione di ingegnere: problema che non è di genere, ma generazionale.
Si deve ascoltare la voce di tutti: uomini, donne, giovani, meno giovani, ingegneri civili, meccanici, informatici, biomedici ed altri ancora; “servono le competenze” (cit.) considerando che tutte le categorie fanno parte, nel nostro caso, di un gruppo unico che è quello dell’Ingegnere.
La Donna Ingegnere risulta avere dei problemi prima di tutto in quanto Giovane, in comune con i coetanei uomini, ed in seconda battuta quale facente parte del genere femminile, preferendo non essere aiutata, ma semplicemente trattata alla pari.
In un recente sondaggio proposto da Ingenio, le stesse donne non paiono favorevoli all’uso di titoli professionali “ingentiliti al femminile” e pare ovvio e sacrosanto: dopo anni passati a combattere per affermarsi alla pari dei colleghi uomini, temono di vedersi inserire in un politicamente corretto che può diventare facilmente ghetto.
E’ dunque fondamentale emancipare la visione delle Pari Opportunità dell’Ingegnere dal genere per permettere a tutti, donne e uomini, di migliorare la propria condizione professionale: bisogna affermare il principio per cui le capacità e le competenze non sono dettate solamente dal passare degli anni e nemmeno dall’essere uomo o donna.
Siccome la quota giovanile (ingegneri sotto i 40 anni) risulta essere di oltre il 40% degli iscritti (di cui il 20% sono donne fra gli ingegneri sotto i 40 anni in confronto al 6,6% di donne fra gli ingegneri over 40), è palese che convenga agire per una maggiore rappresentatività giovanile, in modo da risolvere automaticamente buona parte dei problemi femminili, che non sono in contrasto con i problemi giovanili, ma nei quali sono contenuti.
Affrontando e risolvendo alcuni aspetti problematici della questione giovanile, si può dunque risolvere contemporaneamente la questione femminile, contenuta in essa e ad oggi non sufficientemente considerata, aumentandone gli effetti benefici ad una fetta più grande di Ingegneri.
Cordialmente.
Il Presidente A.G.I.C.
Dott. Arch. Ing. Danilo PICCA
Il Consigliere con Delega alla Territorialità
Dott. Ing. Walter Pietro MARINO
Il Gruppo Giovani Ingegneri Donne A.G.I.C.