Lo scopo dell’Associazione è quello di favorire lo sviluppo di una rete di competenze e conoscenze tra giovani ingegneri nel territorio cuneese. Il confronto di esperienze diverse, la possibilità di attingere in maniera proficua a competenze anche molto diverse è di sicura utilità in qualunque ambito professionale. Nell’era digitale la qualità delle informazioni (applicabilità, affidabilità, impatto) gioca un ruolo centrale: un confronto costruttivo tra professionisti è utile ad incrementare la qualità delle conoscenze.
E’ crollato un altro ponte dopo averne visti andare a terra altri due solo nei pochi mesi precedenti: ma è una novità, o si possono contare molti altri casi?
Qualunque sia la risposta che si vuole dare a questa domanda, adesso c’è la caccia al colpevole, l’ennesima, senza comprendere appieno che, in realtà, siamo tutti colpevoli.
Siamo colpevoli quando da committenti costruiamo un’opera e cerchiamo di risparmiare il più possibile.
Siamo colpevoli quando da costruttori suggeriamo al cliente una soluzione diversa da quella progettata.
Siamo anche colpevoli quando, da progettisti, non ci facciamo sentire a sufficienza e non ci diamo autorevolezza pur di portare a compimento un lavoro per arrivare a fine mese.
Ma soprattutto siamo colpevoli quanto ci dimentichiamo dell’urgenza di questi problemi appena spenti i riflettori e quando non creiamo una coscienza sociale: ci siamo dimenticati tutti quanti della nostra personale importanza in quanto tessera di un grande mosaico sociale in cui tutti abbiamo il nostro ruolo.
Bisogna fare formazione, informazione e cultura: noi, come A.G.I.C. – Associazione Giovani Ingegneri Cuneo, ci muoviamo su questo.
Nel Settembre scorso abbiamo promosso una Tavola Rotonda sul Terremoto ed una campagna sui social sul problema sismico che in quel momento era urgente.
Contestualmente avevamo già lanciato l’allarme sui possibili problemi di alluvioni ed inondazioni che si sarebbero di lì a poco manifestati entrando in autunno, ma di cui nessuno parlava e su cui, soprattutto, nessuno agiva in quel momento.
Abbiamo lanciato la proposta per due anni di un progetto diretto a tutte le scuole medie e superiori della Provincia di Cuneo sui temi della sicurezza del territorio, ma nessuna scuola ci ha mai risposto: non possiamo lamentarci per questi disastri se nelle “fabbriche del sapere” non c’è la sensibilità su questi temi, se alla tavola rotonda nessuno dà ascolto, se gli evidenti problemi idrogeologici non sono presi in considerazione.
Infatti, dopo le parole, bisogna passare al piano operativo e insegnare e far rispettare le regole, mostrare ed eseguire gli investimenti sul territorio, sulle infrastrutture, sugli edifici: è una questione economica che non può essere sempre vista come atto speculativo da parte di chi propone questi investimenti perchè “ci guadagna”.
Anzi, molto spesso, questo è proposto al solo scopo di salvaguardare la vita umana, le persone, e poi in seconda battuta, come corollario, creare lavoro e ricchezza – comunque diffusa.
E’ inconcepibile come questa critica sia mossa sovente verso chi si vuol prendere cura del territorio, mentre non è mai stata mossa verso un medico che vuole curare un paziente: ci sono troppe distorsioni economiche e sociali che determinano un approccio non corretto alle questioni ed a cui nessuno sembra voler porre un correttivo.
Questo è un sicuro motivo di sofferenza per i tecnici professionisti che, essendo cittadini consapevoli di queste storture, non possono materialmente porre rimedio, nemmeno volendo, vuoi perchè non ci sono i fondi necessari, vuoi perchè, detto banalmente e senza entrare in polemica, certi lavori non sono accessibili a tutti.
Tornando al caso del giorno, tecnicamente le cause di un crollo simile potrebbero essere tre.
Una causa potrebbe essere l’errata progettazione, ma dobbiamo sentirci di escluderla, come tecnici, perchè, essendo il ponte crollato per il solo peso proprio, questo determinerebbe che il ponte non sarebbe mai dovuto stare in piedi.
Un’altra causa potrebbe essere la cattiva manutenzione, ma questa struttura ha 20-25 anni di vita: la vita di progetto di un’opera simile è più lunga e non comparabile con questo lasso di tempo, a meno che gli agenti atmosferici e i cloruri utilizzati per lo scioglimento di neve e ghiaccio sull’asfalto abbiano corroso i giunti, fino ad arrivare ai cavi di precompressione con cui il ponte è retto.
La terza causa potrebbe essere un difetto di costruzione, non per forza determinato da speculazioni, che abbia esposto la struttura del ponte ad un degrado eccessivo ed accelerato il processo di degrado ed ammaloramento della struttura in modo anomalo. Come anomalo è stato il crollo.
Il problema vero, però, è che non ci sono sistemi di monitoraggio su questo tipo di infrastrutture, qualcosa che potesse dare l’allarme nei giorni scorsi e salvare delle vite che, solo per miracolo, non sono state perse.
Tutti abbiamo decine di sensori in auto o in casa, ma nemmeno l’ombra di un sistema di monitoraggio di questo tipo di infrastrutture che sono molto diffuse sul territorio e che sicuramente danno dei segnali premonitori prima di un crollo rovinoso come quello di Fossano.
Serve ripensare concretamente l’approccio che la nostra società ha verso la progettazione, riconoscendo che la sicurezza parte da questa, determinando un maggior riconoscimento dell’autorevolezza dei tecnici progettisti e capire le reali responsabilità dei costruttori e dei committenti.
Bisogna far crollare l’idea, in questo caso il crollo deve esserci veramente, che una volta finita l’opera questa rimarrà intatta per sempre come in origine, dimenticandoci anche della presenza, come dimostra la totale assenza di un censimento, di un elenco, di queste opere e strutture.
E più che mai necessario un controllo, una manutenzione programmata ed eseguita di tutte le opere e di tutto il territorio allo scopo di tramandarlo in sicurezza alle generazioni future, amministrandolo con accortezza.
Tutti noi Soci A.G.I.C. – Associazione Giovani Ingegneri Cuneo, siamo vicini al Sindaco ed alla Città di Fossano, con cui abbiamo un rapporto di collaborazione per le nostre attività sociali, in questo momento di emergenza e difficoltà.
Non spegniamo i riflettori, perchè lo sappiamo bene che in Italia siamo veloci a dimenticare, fino al prossimo inciampo, per poi tornare a lamentarci.
Al lavoro sull’Italia!
Il Presidente A.G.I.C.
Dott. Arch. Ing. Danilo PICCA